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Giancarlo Bassotti

UNA IMMAGINE...

Di una immagine, soprattutto se sconosciuta, quando la si osserva per la prima volta, in genere si notano gli aspetti più appariscenti. Si può restare colpiti dalla sintesi dell’architettura strutturale o  dall’analisi dei minuti particolari. Le forme di giudizio e la memoria che ne derivano nascono da questo nostro osservare e dalla somma delle sensazioni che ne traiamo.

Ridurre l’immagine ad una sorta di illustrazione a due dimensioni, coglierla come una specie di figurina, è il rischio che ogni osservatore corre.

Per dirla con Federico Zeri occorre porsi “dietro l’immagine” o “davanti all’immagine” se vogliamo scomodare Vittorio Sgarbi. A parte i giochi di parole, o meglio di libri, per osservare una immagine dobbiamo più facilmente far ricorso ad informazioni supplementari quali ad esempio riferimenti e connessioni ad altre forme espressive ed artistiche, ascendenze e discendenze stilistiche,  tecniche compositive o realizzative. Ma anche un nome, una data, un’analogia concorrono a collocare un’opera nello spazio e nel tempo, restituiscono alla “figurina” una sorta di pienezza di volume.

“ Le fabbriche – diceva Gianlorenzo Bernini – sono il ritratto dell’animo dei principi”.

Ogni “fabbrica”, ogni costruzione, laddove per costruzione s’intenda anche l’immagine iconica o aniconica, racchiude, quando non nasconde un “ritratto” che riflette i tratti caratteristici di un uomo, di un’epoca, di una società.

Per scoprire e conoscere i connotati delle immagini realizzate da Fabrizio Carotti occorre allora andare oltre i semplici dati esteriori, alle circostanze, alle informazioni.

Giancarlo Bassotti